la pescatrice di perle
- immagina un'isola lunga, con una spiaggia serica tutto intorno, tranne che in un punto, dove si erge una scogliera alta sul mare, contro la quale l'oceano batte e batte ad ogni ora. proprio sulla cresta della scogliera c'era la casa della pescatrice di perle.era una casa di legno con il tetto di paglia e finestre su tutti e quattro i lati: una casa piena dell'odore del mare. -
man mano che il racconto proseguiva, sembrava di essere lì, in un'isola equatoriale piena di caldo e di umido. charlotte e rowena, attraverso la tela ricamata, incrostata di mare, spiavano la vita della pescatrice di perle. ignara.
la osservavano alzarsi al mattino, far colazione con cocco e papaya; riempire di frutta una borsa di corda e scendere verso il mare. il piede agile sulla roccia.
restavano con lei tutto il giorno sott'acqua, con le altre pescatrici a cercare perle.
sentivano contro il corpo la pressione del mare, pensavano di non poter più resistere al richiamo dei polmoni che bruciano per il desiderio di aria. la pescatrice risaliva con una due ostriche... con un colpo preciso apriva le valve e cercava sotto il mollusco morbido e fresco fino a trovare lo spessore tondo di una perla, il colore bianco splendente nel sole.
ma, lei, la pescatrice della scogliera non voleva quelle semplici perle, voleva la Perla delle Perle.
la Perla dei desideri, dai riflessi azzurri che certo era in qualche punto del mare ad aspettarla.
di giorno in giorno si faceva più audace, si allontanava sempre più dal gruppo. e, se nei primi tempi cercavano di trattenerla e la cercavano a lungo, ben presto le altre pescatrici rivolsero tutta la loro attenzione al lavoro: esplorare i fondali ed intercettare ostriche perlifere.
la pescatrice della scogliera con la sua piroga si allontanava sempre di più.
si diresse verso altre isole passando tutte le rocce, tutti gli scogli, le barriere coralline dove esseri puntiformi la guardavano attraverso i rami colorati.passarono i giorni e gli anni, i pescatori, i vecchi delle isole dove lei era passata raccontavano la sua storia ai bambini.
sotto un arco di roccia nel profondo del mare, la pescatrice che pochissime volte tornava a prendere aria, che viveva ormai sul pelo dell'acqua, trovò un'ostrica grande, coperta di alghe, incrostata di sassi. e dentro... dentro c'era la Perla. la portò fuori dal mare, sulla spiaggia, per vederla meglio alla luce del sole. era pesante il suo corpo sotto il peso dell'aria... era proprio la sua perla, la perla tanto cercata. la Perla delle Perle con i riflessi azzurri così lucida e brillante da potercisi specchiare.
e, allora, vide. vide il suo corpo che il mare e l'acqua avevano trasformato. vide un essere marino, la pelle dura e scagliosa, i capelli opachi, intrecciati di alghe e coralli. le sua mani, intorno alla perla, contratte e adunche.
lacrime sulla perla, pianse il suo tempo, aveva lì la perla dei desideri e non sapeva cosa chiedere. il tempo perduto? la perduta giovinezza? la bellezza svanita? la conoscenza, la sapienza? l'allegria la passione?
oh, essere una perla, azzurra, perfetta come quella che aveva tra le mani e giacere sul fondo del mare ad ascoltare le storie dei pesci...
... un giorno, tra le alghe verdi, sotto la barriera corallina, un'altra pescatrice desidererà una perla azzurra e tutto ricomincerà da capo!
3 commenti:
Che tristezza questa storia. Raccontata in 1000 modi c'è sempre la triste verità che non si è mai contenti di quello che si ha. Buonissima giornata.
E' vero, chi troppo vuole nulla stringe.
baci
gabriella
Matilda cara, grazie per essere passata a trovarmi. "Visionario", che bella parola, vorrei che fosse vero. Forse nel blog si riflette il desiderio di essere meno zavorrata e pesa, ma la realtà e ben lontana. Sai che sbircio sempre, continua a raccontarci, grazie
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