la casa
il respiro della grande casa riempiva il giardino. gli alberi disposti in un gradevole miscuglio di generi cantavano con il vento le canzoni dell'isola.
Rowena con le sue dita di cristallo tracciava graffiti luninosi e opache linee di colore.
sotto il palato della scogliera Charlotte raccoglieva conchiglie per farne amuleti contro i folletti di scozia.
gabbiani d'argento colavano a picco nell'acqua e si allontanavano con i pesci nei becchi lucenti stillando tremule gocce iridate.
i piedi nell'acqua Charlotte cercava. cercava una forma, un colore, un respiro marino. cercava un'idea nuova per il suo lavoro.
il bordo tagliente di una valva spezzata le ferì il piede; l'acqua salata lavò via il sangue stemperandolo nel guscio di madreperla in un rosa iridato che, sapeva già, avrebbe inutilmente tentato di riprodurre con i sui miseri pasteli cerosi.
a casa, Rowena dai lunghi capelli le medicò il pide ferito con i suoi unguenti da strega mentre lei seduta nella grande sedia a dondolo le narrava storie.
- raccontami un sogno, Charlotte, raccontami un sogno di erba e di acqua.
un sogno di muschi verdi e placide ombre. -
charlotte, pallida luna, si riempiva di suoni e parole, di echi lontani.
rowena prese la tela del suo ricamo, e con l'ago colorava i racconti di charlotte.
dalle sue labbra rowena vedeva i boschi d'irlanda e il popolo degli gnomi. le gesta di cedric il ribelle riempivano i racconti dell'amica e rowena pensava che era un inganno quel cedric, così perfetto anche per una sbruffona storia irlndese.
charlotte lo amava perdutamente.
mentre il bosco appariva sul lino, cedric faceva capolino tra i rami... ...continua....
1 commento:
sembra "Ivanhoe" di sir Walter Scott...comunque spero ci sarà un seguito mi piace molto!un bacio forte
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