... sono io.
In epoche remote e lontane in luoghi dell'infanzia ormai dimenticati, sono nascoste e annidate le fiabe che ho conosciuto e imparato da bambina.
Quelle che conoscevano i bambini e le bambine della mia generazione e la generazione prima del gigantesco GAP che ci ha separati da quella attuale in cui le fiabe sono state sostituite da innumerevoli cartoni digitali e giochi elettronici.
Resiste qualche fiaba di principesse perché la Disney ne ha fatto un mercato colossale e altre perché, sempre qualche regista (della nostra generazione o giù di lì) ne da una chiave di lettura un po' così e un po' cosà, filtrata dalle sue esperienze.
non puoi più fare a meno del nutrimento di immagini, parole avventure di viaggiatori, pirati ed esploratori.
Oggi prepotentemente le fiabe riappaiono nel mio universo.
Grande colpa, o merito, l'incontro virtuale ma importante una persona che disegna le Vivì di Rosso Regale.
Quel rosa favoloso, quelle coroncine da reginetta, dolcetti e ceramiche hanno toccato una corda che non vibrava più da anni.
In questi due mesi o giù di lì, tanto è che dura questo rapporto, ho scoperto il perché di questa affinità. Le sue doll-fiabe hanno sempre un che di impertinente e burlesco rispetto a quella che è in realtà la semplice storia.
E allora ecco un'Alice all'ora del te molto rilassata.
e poi lei, Cappuccetto Rosso.
Bimba e lupo.
Una delle mie fiabe preferite.
La storia di una disubbidienza.
L'amore ancestrale per la natura.
un viaggio poco compreso.
E la piccola Cappuccetto Vivì?
Prima bambina che incide sull'albero un cuore con WOLF AND ME
e poi adulta e sognante con una mano ad accarezzare la stessa scritta
e WOLF dov'è?
perduto in un incanto del passato.
E così, come in un viaggio a ritroso in me ho scoperto che anch'io quel WOLF non ce l'ho più.
E io lo rivoglio
E allora, ecco,
CAPPUCCETTO ROSSO
SONO IO!
...Presto un'altra fiaba...