una mattina di gennaio con brume alla finestra e scarso entusiasmo lavorativo di maestra e bambini.
leggiamo una favola.
le formiche e la cicala
un gorno d'autunno, le formiche stavano facendo seccare il loro grano che s’era bagnato. Una cicala affamata venne a chiedere loro un po’ di cibo. E quelle le dissero: “Ma perché non hai fatto provvista anche tu, quest’estate?”. “Non avevo tempo”, rispose lei, “dovevo cantare le mie melodiose canzoni per rallegrare il prato”. “E tu balla, adesso che è inverno, se d’estate hai cantato!”, le dissero ridendo le formiche.
bene, tutti attenti ascoltano, e ansiosi, dato che il libro è "enorme" attendono o un seguito o altre favole.
però, poichè le maestre hanno un grande difetto, e cioè una specie di grandangolo montato nel cervello che non permette godimenti estemporanei e,quindi, visto l'interesse suscitato, è già in preparazione in questo cervello, appunto l'uso didattico, la mappaepistemologicacon obiettivigeneraliformativiespecifici e di controllo, verifichespiegazionifavolecorrelateecccecccc. ovviamente il tutto mescolato a ricordi scolastici pregressi con nella mente questo tipo di illustrazioni stampate a fuoco:
ecco la fatidica domanda,
bene bimbi, cosa vi fa pensare questa storia? sapete dentro c'è una morale, un insegnamento, una spiegazione di cose da non fare.
ed ecco qui che crollano anni e secoli di salde convinzioni.
aspettandomi sicuramente un commento di ciccio ecco che invece la più bravina, dolce e pronta bimba della classe, mi va di chiamarla ortensia perchè nella sua bravura che invade tutta l'aula è comunque una bimba piccola, fragile e dolce come un petalo di hydrangea appunto.
ecco che ortensia fa:
ecco che non bisogna essere egoisti e bisogna aiutare chi è nel bisogno!
ecco a differenza di me, carica di sovrastrutture, la mia piccola hydrangea ha elaborato nella sua coccetta di bimba settenne quest'altra immagine.
e il suo piccolo cuoricino non ha retto alla commozione per la povera affamata cicaluccia!
e in più entusiatico sostegno di tutta la classe.
proviamone un'altra:
la rana e lo scorpione
uno scorpione non sapendo nuotare chiese ad una rana: Per piacere, mia cara rana, mi porteresti dall´altra parte del ruscello?"
"Fossi matta!" gli rispose la rana , non ho nessuna voglia di farmi pungere da te".
"Ma ragiona, ranocchietta: se tu mi aiuti a passare il fiume prendendomi sulla groppa, io mai e poi mai ti pungerei: se lo facessi, annegherei, perché non so nuotare". La rana rifletté, e decise di aiutare lo scorpione.
E così lo scorpione saltò in groppa alla rana, e tutti e due si buttarono in acqua. Erano già a metà del percorso, proprio in mezzo al fiume, quando la rana sentì un dolore acutissimo sulla schiena. "Ma come?" esclamò "mi hai punta! E ora moriremo tutti e due, io per il veleno, e tu perché annegherai! ?Ma perché lo hai fatto?"
"Già, perché l´ho fatto? Perché pungere è la mia natura, e io non posso farci niente".
ahah ora vediamo come ti metti piccola hydrangea... tu che per prima alzi la furbetta manina
- bhe, che bisogna aiutare gli altri, anche se è pericoloso.-
il mio sguardo implorante va verso ciccio, ma lui è perso in fantasticherie personali, almeno a giudicare da una qualunque assenza di partecipazione.
hydrangea con i suoi petalini convince tutta la classe.
morale:
i bambini di oggi sono taaaantoooo buoni.
a domani piccola hydrangea, ho preparato la volpe e l'uva. (sarà freudiano???)