un titolo un po' forte di prima mattina, lo so.
ieri è morta mia nonna e, purtroppo, non ho altro da dire.
nè affettuosi ricordi d'infanzia, nè racconti materni, nè sagge parole durante la mia vita, torte fatte in casa o maglie ai ferri. forse qualche fugace visita nell'infanzia ma con rapporti materiali, mai troppo affettuosi.
assoluta estraneità per colei e da colei che dopotutto è stata genitrice della mia genitrice. il merito assoluto della vita che ogni donna che partorisce ha.
credo che abbia potuto vedere il mio primo figlio forse una volta... il mio secondo mai. e quando dico vedere intendo proprio vedere.
probabilmente le colpe di tutto questo sono in gran parte mie perchè dall'età della ragione e dopo aver superato le angosce adolescenziali di assolute solitudini affettive, avrei potuto fare qualcosa per costruire un rapporto.
questo per dire che, comunque, comprendo il suo essere distaccata e fredda.
ha avuto una vita dura, vedova giovanissima, la guerra, 5 figli da crescere in un paese. un paese comunque di gente dura e astiosa con tutti i problemi che il lavoro duro comporta. tutte queste ripetizioni dell'aggettivo sono volute, ovviamente. non mi viene un altro termine. era la durezza quella che sentivo nei miei ultimi colloqui, che comunque risalgono a 20, forse 25 anni fa.
colloqui in cui, mi rendo conto, cercavo altri colloqui. che mi servivano per capire il perchè di altre cose.
e il lutto che oggi ho nel cuore, oltre ai sensi di colpa per non essermi sforzata di essere una buona nipote, è quello dell'assenza di quell'amore, quella complicità che comunque dovrebbe legare come un filo invisibile le donne di una stessa catena genetica.
mi dico che io sarò diversa ma so che la stanchezza, l'apatia continuano su altre strade, mi dico che ho tempo per essere buona, ma il tempo è solo una parola, passa e lascia il vuoto.
sulla vita e sulla morte..., solo perchè volevo riflettere su questo, quando il lutto entra dentro di noi? nel momento della perdita o della mancanza? ed è un lutto nei confronti di altri o del vuoto che abbiamo dentro?
ecco, ora parlando, un ricordo, conservato in un angolo di me, l'ho trovato... avrò avuto 6 o 7 anni e mi ricordo che mi raccontava una storia, una sera. doveva essere primavera perchè ricordo un imbrunire all'aperto, calore di mattoni sotto le gambe, avevamo un terrazzino allora, ecco, una storia, ma non so di cosa parlasse, nè la voce che la narrava, ma credo che sia stato un bel momento.
buon viaggio nonna, sicuramente starai meglio ora. non sarai più sola.